Il Faro ed altre poesie
Prefazione all'edizione elettronica del testo
Roma, 18 Settembre 2005
Per redigere il formato eletronico di questo libro, ho dovuto, a distanza di 23 anni, rileggere e riscrivere queste pagine, una per una.
A parte qualche correzione della punteggiatura, ho resistito alla tentazione di modificare i testi, anche se alcuni di essi sono estremamente lontani dal mio gusto e dalla mia sensibilità di oggi.
Ciò che viene riproposto in queste pagine altro non è che parte di un percorso.
Non si possono più pensare le cose
cui troppo a lungo si è pensato,
chè la bellezza muore di bellezza,
il merito di merito,
e le antiche fattezze si cancellano
W.B.Yeats
Prefazione dell'autore
Roma, 7 Luglio 1982
Ho sempre cercato di esprimere i miei pensieri in una forma che non fosse sterile e scevra da quella intensità necessaria a comunicare in modo completo particolari esperienze e sensazioni.
La mia poesia è frutto della mia sensibilità e credo che chiunque sarà in grado di coglierne la più profonda origine; chi si vorrà avvicinare a questi scritti con l'intento di essere partecipe anche emotivamente di ciò che scrivo, non potrà evitare di conoscere oltre le parole stampate anche l'uomo che vi è dietro.
Desidero a questo punto ringraziare, per i consigli e per l'apporto materiale che hanno dato alla realizzazione di questo libro con i loro disegni, Roberto Zamparelli e Leonardo Rossi.
Al primo è dovuta la realizzazione della copertina, al secondo le illustrazioni all'interno del libro, e ad entrambi il giudizio critico che mi ha portato alla selezione di queste poesie.
* * *
AURORA
Lampi,
nel cielo terso
di quella notte senza fine
e nel fondo dei miei occhi
spinti alla ricerca del tuo viso.
Rosso pallore
di un cielo scordato dalla luna,
triste sapore di malinconia.
Ma già la notte è diventata aurora;
la brina copre tutto:
ricordi, sensazioni, desideri.
I primi raggi
di un sole nuovo, pulito,
ti svegliano
dal torpore ostinato
che ti porti dentro.
Reagisci, pensi, ami.
E' l'aurora.
OGNI COSA SULLA MIA STRADA
Ogni cosa sulla mia strada
ogni cosa una stella
ogni cosa una croce.
Ogni cosa sulla mia strada
passa lungo il bordo
senza mai fermarsi.
Ogni cosa sulla mia strada
ritorna a me
come il cane all'uomo.
Ogni cosa sulla mia strada
è una strada nuova
uguale alla mia
ma diversa dalla solita.
Ogni cosa sulla mia strada
è la strada degli altri
nuda nella sua pudicità
diversa dal pensiero collettivo.
Ogni cosa sulla mia strada
è la prova della mia coscienza,
del vostro pensiero.
Ogni cosa sulla mia strada
è la mia speranza
legata a un'altra vita.
Ogni cosa sulla mia strada
è un pensiero impotente
per ciò che vuoi.
Ma d'ora in poi
ogni cosa sulla mia strada
sarà semplicemente mia.
TU MARE
Fare vela per l'ultima volta
verso l'orizzonte rosso fuoco
dimenticherai che avevi desideri
e chiuderai le mani per stringere i ricordi.
Quando cesserà il vento
l'isola più vicina
sarà solo il tuo pensiero
e ogni tuo pensiero una goccia d'acqua;
Tu forse allora diverrai il mare.
Scorreranno su di te
le rotte degli audaci
decisi a cominciare un'altra vita
in un altro mondo
diverso dal tempo che scorre su di loro.
Incresperai le acque
con il vento del sud
ricorderai che ogni goccia
è stata anche una lacrima in più.
Alle onde alte
che bagneranno i tuoi occhi
chiederai la pace
ed il calore della calma interiore.
I RAMI
Ecco che cadono i rami secchi.
Piombano fragorosamente a terra,
abbattuti da scuri affilate.
Il pianto prima dello schianto,
poi il silenzio.
Così, i pensieri privi di linfa,
cedono al sovrapporsi
di sempre maggior peso.
E come per gli alberi,
ecco che vengono gli uomini,
e li trascinano via.
Gli arti inutili di una mente troppo debole.
I figli malati,
nati da una madre troppo povera.
Ecco che vengono gli uomini,
e resta solo il tronco,
mutilato e nudo.
HO FREDDO DI RESISTERE AL CUORE
Ho freddo di resistere al cuore,
di vendere fiumi di parole.
Il lume della lanterna
Si spegne al fondo.
Non resta che battere
mani e piedi:
La luna mi sarà di fianco.
LE MIE PAROLE
Le mie parole,
sono muti assensi,
muti dissensi.
Sono chiare,
invisibili testimonianze,
del mio amore.
STASI APORETICA
Si spezzano le idee
ed è come se
non fossero mai esistite.
Lo sfregio dei pensieri
ricopre la pelle
e cerchia gli occhi:
non è stanchezza, è il tempo.
La brezza ella fantasia
accarezza le gote
rinfrescando la mente,
ed il vuoto che era ed è
resta e sarà,
come è giusto che sia.
Non serve
versare ancora altro sangue,
le lacrime del mondo
si affossano in un unico dolore;
Senti le grida di chi ignora l'amore!
Sprofondi verso la notte
che avvolge i pensieri
corrotti dal sole.
La bara del tempo cala nella sera
sei piedi più in basso
dei tuoi pensieri.
Non piangere adesso, perché domani
Potresti non avere più lacrime
per piangere ancora.
Grida se vuoi,
ma non lasciarti ferire,
finché il tuo sangue è ancora caldo.
IL FARO
Si è spento il faro
che illuminava lo scoglio.
Di notte, chi naviga solo,
si perde.
MI VESTO DI TE
Per le parole
mietute tra i raggi di sole impazzito.
Per i petali d'affetto
profumati di labbra
ricevuti all'ombra serena,
tra le foglie antiche.
Per i fiumi di sale
che solcarono il viso,
cadendo pietrificati
sui binari del treno.
Ed infine per l'amore,
che strappa ore di sonno
al mio ozio indecente,
per questo,
e per mille cose ancora
mi vesto di te.
NON CONCEDERMI ALTRO
Non concedermi altro.
Non più ora.
Le doglie del mio istinto
mi hanno generato,
e generandomi
mi hanno ucciso.
Non concedermi altro:
salvami.
MI PIACE LASCIARMI TRASPORTARE
Mi piace lasciarmi trasportare da te,
come un'onda stanca
spinge la sua compagna.
Mi piace lasciarmi trasportare da te,
perché tu sai dove portarmi:
mi porti a morire sugli scogli.
PER AVERTI AMATO
Persi gli occhi,
per averti visto negli occhi.
Persi le labbra,
per aver osato sfiorare le tue.
Persi le mani,
per aver stretto le tue mani.
Persi la ragione,
perché tu eri la ragione;
e persi l'amore,
persi l'amore
per averti amato.
FUOCO
I brividi del mio passato
e le paure del presente
si fondono
in una sola situazione.
La forza
che prima era salda
si affievolisce ora,
attimo per attimo.
I timori scavano
in silenzio
di nascosto
sotto la coscienza,
per esplodere insieme
proprio nel momento in cui
avresti avuto bisogno
di un po' di forze.
L'unica soluzione è la fuga:
la fuga da chi brucia gli occhi,
i pensieri,
le emozioni.
DRITTO AL CUORE
Dritto al cuore.
L'inverno cade boccheggiante
e mi trascina con se,
a morire nella terra
per mano del cielo.
INFINITO SPEZZARSI DI CERCHI
Questo infinito spezzarsi di cerchi,
seguito da un lento ricomporsi
privo di vita,
mi rende muto,
e uccide ogni mia conoscenza.
Tutto è in fondo al fosso della perdizione.
Giaccio ferito
sulla nera terra,
ascoltando le grida.
IL MIO PENSIERO TI AMA
Fedele,
umanamente eterno,
gravido di attenzioni
nel goffo volteggiare.
Nel pianto silenzioso,
nel vociare allegro,
nell'urlo,
nel tempo
dopo il miele ed il latte fecondi,
nell'arido passare dei giorni,
nelle danze,
nei fuochi accesi,
nel brivido dell'abbraccio della notte,
nel sudore dello sforzo,
nel cuore,
sulle labbra,
nella mano,
il mio pensiero ti ama.
INVISIBILI INTRECCI
Lance
Piantate negli occhi
come aghi nel cuore.
Pesanti incudini
su cui batte il martello,
plasmando anime come fuscelli.
Invisibili intrecci
dipinti col sangue
tra muti cieli,
mute stelle,
mute notti.
Indegno lo sguardo
che ha osato resisterti,
indegno forse
solo il pianto.
SENTO CHE IL MIO CUORE
Sento che il mio cuore
questa notte
sta cedendo,
forse a causa del peso
che cresce
oltre ogni mia resistenza.
La mediocre anonimità
mi nasconde,
e ogni ferita
è un mattone della cella
che mi sto costruendo addosso.
Muri lisci,
muti,
vuote intercapedini senz'anima,
ostinatamente resistenti,
inconsolabili,
inconsolanti.
Il dolore mi segue
giungendo ai miei sensi
come un sempre più acre profumo.
Odore di silenzio.
Sento che il mio cuore
questa notte
sta cedendo,
forse perché il pensiero
non coordina più gli stimoli
e le azioni
irrigato da un fiume in piena
di ordini contrastanti.
I miei occhi seguono la mente
nelle sue orbite irrazionali
e questo forse
mi impedisce di vedere.
Solo ho in bocca
il sapore amaro
delle incoincludenti delusioni,
di un albero senza radici né foglie,
coscientemente morto.
Mastini feroci
affilano i loro denti
sulla mia pelle,
ed il mio sangue calmerà
la loro sete.
Sento che il mio cuore
questa notte
sta cedendo.
Non so se resisterò fino all'alba.
L'URLO DEL PRIMO UOMO
L'urlo del primo uomo
giace nell'aria.
Il suo dolore è fede,
è Dio.
Le sue lacrime bagnano altri mondi
la cui esistenza è incerta.
L'urlo del primo uomo
è ancora vivo nelle tue piaghe
quando l'odore del sangue
acceca i tuoi sensi.
Batte il petto sul suolo
fino allo schianto.
MI BATTI NELLE TEMPIE
Mi batti nelle tempie.
Sei tu che mi martelli i pensieri.
Continui a lacerare la mia mente,
ma dimmi,
vuoi entrare o uscire ?
L'INSOLITO DIPINGERE
L'insolito dipingere
vaghe intenzioni
con acquarelli sbiaditi
sulla sabbia.
Che vale il mio dolore
tra le onde ?
TEMEVO
Temevo di averti ingannato,
o forse solo illusa,
io,
che già ho perduto molto.
NEL GIRARE DELLE RUOTE
Se solo riuscissi a vederti ancora,
come ti ho visto quel giorno...
Gridavi luce nella strada
e i tuoi occhi erano scure stelle
che non ho dimenticato.
Il vento ti sfiorava il volto
Ed era come se fosse parte di te.
I capelli ancora bagnati
sciolti sulle spalle
sembravano piangere di gioia.
Ed io ho pianto, e piango la mia vita,
fuggita con te
nel girare delle ruote.
INCANTESIMO
Copri il tuo volto
Di angelo o demone,
tu che danzando
hai segnato tre volte il cerchio
attorno al mio cuore.
I tuoi occhi,
profondo cristallo,
segnano l'unicva possibilità
concessa al mio volere
e la catena
che cinge il mio petto
affanna il respiro.
Ad ognuno verrà pagato
il suo riscatto,
ché la salvezza
è figlia della dannazione.
FOGLIE
Note pulite
Mi giungono all'orecchio
come soavi ancelle del passato.
Sento il fruscio di un fiume
nascosto tra le fronde:
il fiume che sento
e so di non poter andare oltre.
Sento forte il richiamo
quasi come odore d'amore,
ma resto fermo sulla riva.
Né amore né musica vedo o sento.
Solo il magico scivolare
dell'acqua
che trascina via con sé
incaute foglie caduche.
VALERIA
Presto sarai neve:
Che sia forte la tua mente
ed iltuo braccio.
Presto sarai sole:
Che la tua luce
non sia così forte
da scioglierti.
ICARO
Perché ascolti ancora
le mie parole?
E' tarda l'ora
e non chiedi tregua.
Ancora
sulle ali di cera insegui
le mie fiammeggianti ruote:
Perché ascolti ancora
le mie parole?
Non temi il fuoco?
SE SOLO QUESTO SILENZIO
Se solo questo silenzio
non fosse interrotto
da infinite voci
che non mi appartengono...
Vuota disperazione,
attimi di indefinita dolcezza,
indefinito colore.
Questo peso si solleva
Oltre le ore
Nell'attesa del giorno.
AFFANNO
Un palco,
un rudere.
Un fossile nei ricordi,
un'invenzione ridotta in cenere,
eco di una folle corsa:
Nel silemnzio del buio
solo l'affanno.
MAGICA POESIA
Magica poesia
dei miei sogni senza macchia,
mostrati ora,
nella luce di questa fiamma d'inferno!
Crudele sei,
se non sai esistere
oltre la mia immaginazione!
Sbocci di nascosto
come i fiori della notte,
quando altri occhi che i miei
non possono vederti.
E nessuno mi crede
quando parlo di te,
per questo taccio.
Crudele sei:
Quale altro grande amore
hai serbato,
per il mio cuore
già fin troppo sconvolto?
FREDDO FUOCO DI PIETRA
Se dove non ti ho cercata,
freddo fuoco di pietra,
dove non ti ho cercata?
Il mio mondo
si affaccia lontano
sul tuo cielo.
Sei tu la mia luna bianca,
di tutti gli anni passati a guardarti.
Quando non ti ho cercata,
dove ti avrei trovata?
Tra il fumo che sale
si è sporcato il silenzio
e il tuo volto è svanito
nell'aria pesante di vuoto.
Freddo fuoco di pietra,
dove non ti ho cercata?
PRESENZA I
La stessa luce fuori.
La stessa luce dentro.
Lo stesso intelligente respiro
di immateriale presenza.
Imperfetto muove i suoi passi:
effusione, implosione
determinata ed istintiva.
Ombre divergenti e anonime,
adiacenti e diverse,
opposte e legate:
Invito distante, esitante,
fedele emozione, sussulto,
preghiera di morte,
di amore:
si perde,
nel vuoto continuare.
FESTA
Femmine mascherate da donne,
maschi mascherati da uomini,
come in una festa di piazza...
Volti che vagano nella luce
Di lampadine colorate,
nascosti dal seno,
dal fallo,
dal ventre.
Misere imitazioni
di gravide vacche al pascolo,
morti e stupidi di troppo vino,
di tropop niente,
feriti e sanguinanti
come conigli sgozzati.
Il riso, dagli occhi
come pus,
ciechi e derisi,
forti tori e giovenche
abbattuti da un raggio di sole.
Polvere,
nei piedi e nella testa
aperta e svuotata
dal canto del giorno.
Miserabili e illusi
caduti dal grembo materno
come brandelli di carne
dalla bocca di una iena,
danzano,
alritmo dei tamburi
con voci da rospi
e movenze da ippopotamo.
Nel naso l'odore di merda
del solito fetido e rancido cadavere,
tra i vermi,
nella terra,
costretti ed ancora più morti,
ronzano alla luce
delle lampade a gas,
come falene che godono
a bruciarsi le ali.
Guariranno mai le menti dei vostri figli?
Guarirò mai io?
PRESENZA II
Vorrei che non perdessi
Ciò che hai conquistato
Con le lacrime.
L'inverno è vicino al cuore,
vicino alla mente.
Amo la tua gioia,
amo il tuo dolore,
i tuoi occhi scuri,
socchiusi.
E amo il canto della notte
dove il pianto è velato.
RICERCA I
Il sentiero delle mie ali:
un volo contorto, radente,
tra i rami e le pietre.
Mi chiedo quale gioia ora,
è pronta a ferirmi,
o se invece non sia solo
un nuovo orizzonte
coperto di nubi.
IL TEMPO E' VOLATO
Il tempo è volato
eppure ancora
le sue ali
sono fragili e malate.
Il suono del tuo nome
non ha smesso di danzare
nella mia mente,
ed il tuo volto
mi accompagna ancora fino a sera.
Mi chiedo
a cosa serve ricordare,
quando tutte le luci si spengono,
e resto io solo,
impotente e disperato
naufrago della mente.
LO SCETTRO
Vedo, i tuoi nervi tesi,
mentre trascini a te
la croce ad ogni passo
ed il solco che lasci
sulla terra vergine
di secoli passati
tra orme scalze
di secoli futuri
nel tuo sforzo uguale.
L'aria è forte di fiamme
dove il sudore brucia
gli occhi, ed è cenere
il vento, sì che ora
il pensiero alimenta
crepuscolari visioni.
Il pugno resta saldo.
Fermo l'appiglio al tremar
della terra - Ancora
è d'oro lo scettro
e non di sabbia.
BIANCHE FORME
Bianche forme
come di bianche idee
si annidano
e sentono,
nascoste,
chiedono attenzione.
Preme sul petto
la mano pesante del vuoto
e non solo,
ma stacca con unghie affilate
la carne sacrificale.
Non più giorno
che il vento sfiorava
con delicati fremiti
di infinita dolcezza.
Solo lo stanco respiro di una mente
sopravvissuta alla flagellazione.
ATTENDERE
Attendere è ciò che più mi logora.
Vagare senza meta
nella penombra dell'ignoranza,
senza conoscere
quando verrà la fine,
quando verrà l'inizio.
Svuotare la mente
per poi riempirla ancora,
passando al setaccio le idee
per cercare altre vie d'uscita
che non siano l'attesa.
Questo
più di ogni altra cosa
mi invecchia e mi corrode,
eppure attendere
è l'unica cosa che so fare bene.
IL GRANITO
Il solito granito
Si erge oltre l'immaginazione,
senza mai perdere il suo mistico alone.
E' fermo davanti all'orizzonte:
ogni movimento si perde
nella sua immobilità.
Il dissacrante desiderio
di toccare
e fare aderire il mio corpo
alla sua superficie intoccabile!
Il destino
non mi ha generato
per perdere i miei giorni
dietro specchi curvi.
Non so, comunque,
a cos'altro dovrei attendere.
E' il tuo amore che cerco,
come un cieco la luce.
IL VOLTO
Un volto.
Dispero di essere
ancora qualcuno.
Più che un'idea
un delirio,
un singhiozzo,
smorzati nella mia forza
nel mio dolore.
Un urlo,
forziere scardinato
del mio sangue,
invano e ribelle
inutilmente.
Invano spegnersi
finché non saranno
seccate le radici,
tagliato il fusto,
cadute le foglie.
Ecco,
lo schianto.
Ma saprei ancora
leggerti le labbra
e succhiarne la linfa
come un ultimo regale saluto.
Salvata la volontà,
ma non la gioia.
Inghiottito, perso e deriso
clamore famoso e silente,
atteso e vanificato,
in un raggio di luna tagliente.
Uno zaffiro
Forse solo spezzato.
Cresta di un'onda
impazzita sugli scogli.
Tuoni come bombe,
risate di morte,
nella duplice ricerca
del tuo volto,
del tuo amore.
Sereno, ignorare.
Un volto.
Dispero di essere
ancora qualcuno.
FORSE DELL'INVERNO ANCORA
Forse dell'inverno ancora
è rimasto un'alito freddo.
Non passerà soffio di vento
senza che anche le mie labbra
rivivano, destate,
la tua musica.
Forse di altri tempi
non è rimasto che l'odore
ed i graffi sul volto.
Ma cosa importa?
Il carro del sole
non è voluto restare
ed il mio passo
non può fare altro che seguirlo.
FINCHE' CI SEI
Dove brilla il cristallo
per poco scintilla nell'aria
un acutoi sapore, una voce.
Per un momento è silenzio
dove cade una stella,
un'infinita notte
e fredda.
La forza che sento
vibra dove sei tu
dove è sempre dolce
baciarti le labbra.
Dove il tuo universo mi copre,
sento di essere
finché ci sei.
LASCIATE CHE IL VENTO
Lasciate che il vento
copra la voce
e che i rami del salice
danzino nel suo vortice.
Lasciate che il sole
secchi i germogli
e inaridisca la terra
ed ogni nuovo seme.
Lasciate che il fuoco
arda le viti
e che arrossisca il cielo
ad ogni nuova piaga.
Lasciate che sia vana
ogni vostyra speranza
che cada e ad ogni passo
affondi nel silenzio.
Lasciate che il vento
copra la voce
fin tanto che il vostro parlare
è orbo della ragione.
QUANDO TI AVRO' AMATO
Il tuo nome risuona
nella mia mente, insieme
e nel mio corpo.
Perché ti amerò ancora
Quando avrai dimenticato,
oppure mai,
o sempre ti avrò amato.
Ma spunteranno
nuove bacche tra i rovi
e nuovi fiori
ad ogni notte diversi,
senza che scompaia il profumo
quando ti avrò amato.
POTRO' MAI COPRIRE DI GRANO
Potrò mai
coprire di grano
il tuo ventre?
Il mio Priapo
è un legno secco
alto sul colle.
Potrò mai
lavare con latte
il tuo volto?
I miei armenti sono magri
e aridi come sabbia.
Quest'anno la grandine
ha bruciato il raccolto.
Potrò mai
coprire di grano
il tuo ventre?
PALLIDA ESISTENZA
Pallida esistenza.
condanna estrema
di un giudice invisibile,
ultima diabolica invenzione
di un giustiziere impazzito.
Morso è il cuore
dal canto degli uccelli.
L'aria
intorbidita dal pullulare
di fremiti incontrollati
è sempre più pesante.
Le nostre mani parlano per noi,
mentre la speranza impallidisce.
La sola forza che ci impedisce di cadere
è il dolore.
Grazie Padre
Per averci lasciato almeno questo.
DELIRIO
Ed è già delirio,
nelle forme e nello spirito,
o forse altro ancora
di cui non conosco la natura,
segnato dal vento.
SCONOSCIUTA GIOIA
Deserto, disteso,
nel solo breve istante
di dolce immobilità.
Sconosciuta gioia
dal cuore e dalla bocca,
affiora silenziosa,
negli occhi,
giù,
fino a bagnare le labbra.
A CHI AMA
A chi ama
Si impone la fantasia.
A chi, come me, ti adora,
la contemplazione.
TACE LO SGUARDO
Tace lo sguardo ogni mia preghiera,
e sordo è il cuore ad ogni palpito.
E cos'è più nell'animo ferito
Se non voce mortale e mortal pianto ?
Ciao mi chiamo Giulia...sono capitata per caso nel tua space! le frasi sono davvvero davvero bellissime! vorrei acquistare il libro! è in vendita? cioè, lo trovo in giro?la mia mail se volessi risp è:
angel_city@hotmail.it
baci e grazie!