20 settembre 2005

Le parole sono pietre

E' veramente difficile da comprendere. Le parole sono pietre diceva Carlo Levi, ma un'intera generazione di politici, imprenditori, e avventurieri di varia natura non ha fatto altro che cercare di convincerci che le parole sono aria (fritta). Difatti, come dicevano gli antichi romani, "verba volant", quindi, in effetti questo non può che avvalorare la tesi per la quale tutto ed il contrario di tutto può essere affermato ed anche smentito, quindi, cosa discutiamo a fare? La democrazia è diventata inutile, la res pubblica , ovvero lo stato (da distinguere dallo stato canaglia) , ovvero la cosa pubblica, di tutti, è diventata res privata, in quanto l'interesse dei pochi prevale sull'interesse dei molti, grazie anche agli innumerevoli stratagemmi e sofismi della comunicazione che la politica ha mutuato dalla pubblicità, ma anche a quella fortunata legge di mercato (ma quando mai gli antichi, che di problemi ne avevano tanti, si sono sognati far diventare il mercato una legge? Cristo, i "mercanti", li ha perfino cacciati dal tempio - ok non dal parlamento, dal tempio!) che decide della vita e della morte di ogni cosa terrena (o dovrei dire globale?). E' così che si arriva ad accalorarsi parlando di crisi della politica, di crisi della famiglia, di crisi dei valori, anche se poi, in fondo, anche se ci riesce difficile ammetterlo, continuiamo tutti a pensare che i valori, di questi tempi, è meglio averli in banca, altrimenti come fai a restare a galla tra questa feccia? Ho esagerato? Ok, "Fa nienete, danno in TV un programma intelligente"(F.Guccini)