03 ottobre 2006

Things Have Changed

Things Have Changed

Era inevitabile.
Dopo “Times Thy Are A-Changin’ qualcosa doveva farmi capire che sarebbe accaduto, solo che, per qualche motivo, non si è mai preparati al cambiamento.
Così, in quel battito di ciglio che trascorre tra l’adolescenza e la maturità, ecco che, senza farci caso, i verbi si coniugano al passato. Si, va bene, ma io dov’ero?
Il presente è una strana illusione che riveste noi stessi ed il mondo, facendo sì che si continui ad assomigliare a sé stessi, anche quando ormai si è già altro. E’ tutto più semplice (o più complicato?) quando pensiamo di conoscere come siamo, noi, gli altri, il mondo.
E’ più semplice perché ripercorrere sentieri noti ci infonde sicurezza, allontana la paura dell’ignoto.
E’ più complicato perché finiamo per seguire sentieri che non ci portano più dove credevamo di andare.
Qualcosa che somiglia a quanto viene detto nel racconto di Spencer Johnson “Chi ha spostato il mio formaggio”, dove la prospettiva è tutta in funzione di un moderno, efficace e pragmatico successo, e non vengono considerate con il dovuto peso le contraddizioni e le aspirazioni irrazionali di cui siamo fatti.
Materiale per la mia terapia.

Namaste