22 dicembre 2005

Auguri

Con poca originalità, ma con affetto, a tutti voi.

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Anonymous Anonimo ha scritto...

Questo albero mi sembra di averlo già visto da qualche parte, tra il frigo e la libreria... con ancora meno originalità, ma sicuramente con affetto, tanti auguri anche a voi.

22 dicembre, 2005 19:35  

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13 dicembre 2005

Appunti di Sociologia Domotica ed Energia Eco Sostenibile

1. Il concetto di organismo.

L'uomo ha sempre preso spunto dalla natura per inventare le soluzioni ai propri problemi. Osservando sé stesso, e ciò che lo circonda, ha imparato a copiare una serie pressochè illimitata di soluzioni belle e pronte per essere applicate altrove (quanta somiglianza con quel Dio che "crea" ad immagine e somiglianza di se stesso).

Purtroppo, non sempre, gli scopi di tale acuta osservazione, sono stati finalizzati ad un miglioramento delle condizioni di vita degli uomini, eppure le occasioni, anche in passato, non sono mancate.
Oggi la responsabilità sociale e politica, la forza economica e la tecnologia sono forze in grado di modificare profondamente le condizioni di vita dell'intero pianeta.
Se queste forze cooperassero per il raggiungimento di un fine comune, invece di servire diversi padroni, svolgerebbero finalmente quelle funzioni connaturate nella propria natura, lo farebbero al meglio delle proprie capacità, ed otterrebbero il risultato, non disprezzabile, di (co)operare come un unico organismo.

Il dizionario della lingua italiana De Mauro riporta la seguente voce:
or|ga|nì|smo
s.m.
AU
1 essere vivente, animale o vegetale, dotato di organi e apparati con specifiche funzioni finalizzate all'autonomia vitale dell'individuo
2 il corpo umano considerato rispetto alla sua costituzione e stato di salute: un o. sano, invecchiamento dell'o.
3 fig., struttura formata da elementi fra loro coordinati che operano per un fine comune: un o. politico, l'o. amministrativo e finanziario di un'azienda

Figura 1 - Casa Domotica (Illustrazione di Carles Salom)

Una casa somiglia per molti versi ad un organismo vivente: utilizza alcune caratteristiche proprie e altre caratteristiche legate al proprio ambiente, per fornire energia, riparo, comfort, nutrimento e sostegno ai propri abitanti e quindi a sé stesso: quando è troppo vecchio per svolgere il suo compito, viene sostituito da uno più nuovo.
Cercherò di immaginare un elenco delle cose che è possibile fare oggi(ovvero con le tecnologie attualmente disponibili), in una casa come quella dell'illustrazione, ma anche, con soluzioni diverse, in un appartamento che è invece parte di un contesto metropolitano.

2. Nutrimento

L'energia è il nutrimento di qualsiasi orgasnismo. Il nutrimento della nostra società tecnologica, e delle nostre case, è l'elettricità. Il posizionamento sul tetto (o nelle zone condominiali disponibili) di pannelli solari, è in grado di produrre, ad un costo ammortizzabile in pochi anni, una quantità di energia elettrica pulita in grado di soddisfare il 50% del fabbisogno di una famiglia. Per gli apparati condominiali (superfici più estese e produzione di elettricità maggiore) è possibile pensare ad una ripartizione tra i condomini degli utili provenienti dalla rivendita a terzi dell'energia prodotta.

3. Il (ri)ciclo dei rifiuti

Come qualsiasi organismo, anche un organismo artificiale produce gli scarti della propia alimentazione. Nel ciclo naturale, tali scarti vengono riciclati e producono ulteriore humus per l'ambiente. Nel caso dell'organismo casa, la raccolta differenziata ed il riciclaggio automatizzato delle materie inorganiche (plastica, vetro, carta) produrrebbe un circolo virtuoso di ricchezza inestimabile. Le materie organiche potrebbero inoltre essere utilizzate per la produzione di gas naturali da utilizzare per il riscaldamento e/o la produzione di altra energia elettrica, il tutto nel più profondo rispetto per l'ambiente.

4. Sistema Nervoso Centrale

Ogni organo, deve essere in grado di dialogare con il cervello, il cervello deve essere in grado di rispondere agli stimoli portati dal Sistema Nervoso Periferico e di prendere le decisioni per le quali è stato programmato (qui verrebbe voglia di parlare delle tre leggi della robotica di Asimov, ma tralasceremo in questa trattazione, questi aspetti ancora troppo lontani dalle nostre capacità umane, tecnologiche ed espressive).
Il computer è ormai entrato nelle case di molte persone, sia per motivi di lavoro che per diletto (giochi, interattività, comunicazione). L'utilizzo di un computer per il controllo di molte funzioni della casa è un passo naturale, che già avviene, ma sotto forma di piccoli computer che svolgono compiti specifici, ad es: sicurezza (antifurto), temperatura (termostati), controllo (video citofono). Molti di questi aspetti dovrebbero essere semplificati e controllati in maniera centralizzata da un unico computer.

5. Sistema Nervoso Periferico

I sensi parlano al cervello tramite una rete formata dal Sistema Nervoso Periferico: la similitudine con una rete di comunicazione (tipo LAN) utilizzata dai computer è evidente.

6. I sensi

I cinque sensi (ma anche e soprattutto il sesto, di cui ho già avuto modo di parlare) sono gli strumenti che ci forniscono la rappresentazione del mondo, le nostre porte della percezione.
I sensori di temperatura, luce, movimento costituiscono i sensi del nostro organismo artificiale. Si può inventare un sensore per ogni situazione che desideriamo controllare e una logica che utilizzi tali informazioni per ottimizzare la funzione sottoposta a controllo: tipo, quantità e stato del cibo nel frigorifero e nella dispensa, stato della biancheria utilizzata e in fase di lavaggio... la fantasia può fare molto in questo campo.
Anche altri sensi, più squisitamente fisici, hanno un loro corrispettivo artificiale (la vista - telecamere, l'udito - microfoni) che può essere strumento a disposizione dell'uomo: programmi per il riconoscimento vocale e delle forme sono oggi in grado di essere utilizzati per l'acquizione di comendi vocali (molti ce l'hanno nel telefonino), speciali automi (prevalentemente sistemi di produzione industriali) sono in grado di riconoscere gli oggetti dalla loro forma e di usarli per un lo scopo per il quale sono fatti... Il grado di automazione raggiungibile permetterebbe lo svolgimento della maggior parte dei lavori domestici.
E ancora non abbiamo parlato, o anche solo immaginato, di quanto può accadere quando il computer diventa un solo strumento di conoscenza e comunicazione (altro che digitale terrestre), integrato con la (video)comunicazione, la televisione (fiction, notizie, spettacoli), l'intrattenimento digitale (giochi e interattività), e con La Rete (quella con la WWW per capirci) dove inizia una nuova frontiera, quella che fa di un organismo unico un mattone di un essere più complesso ed evoluto, o se vogliamo, il membro di una comunità.

Figura 2 - Gerarchia della Vita - Biosfera

7. La (bio)sfera sociale

In quanto organismo quindi, la nostra casa vive delle cure dei suoi abitanti, del lavoro dei suoi organi (i meccanismi artificiali), del coordinamento del cervello, ma anche dell'ambiente costituito dalla comunità: il nucleo sociale che nelle società più antiche svolgeva funzioni di controllo e sostegno e guida.
Oggi un residuo di tale funzione è rintracciabile solo nei piccoli centri abitati, nelle grandi città non ne resta più nulla, se non le riunioni condominiali (che spesso avvengono tra sconosciuti che si disprezzano cordialmente).
La ragione è che la vera comunità, quella con cui dobbiamo fare i conti, quella che ci permette di evolverci, di condividere, di cooperare, di consumare e produrre, non è più, o almeno non è solo, quella delimitata geograficamente da confini fisici o politici, ma è diventata il mondo intero: la terra nelle sue espressioni più complete del regno animale, vegetale e minerale.
Sono gli effetti della globalizzazione, ogni cosa dipende dalle altre, tutto è in relazione con tutto, tutto è "relativo" (in inglese relative è sinonimo di parente).

Figura 3 - Escher "Relativity"

Una rete fatta di case è una rete nei cui condotti scorrono elementi di natura differente: dall'informazione(WWW), all'energia (elettricità e materiali inorganici).
Questa concezione di organismo applicata alla casa, porta in sé il seme di un cambiamento sociale profondo, restituendo all'individuo (l'uomo in questo caso) un pò del tempo perduto negli affanni necessari per sopravvivere nella vita quotidiana, perché i rapporti tra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla vita sociale e culturale sarebbero invertiti.
Una forma di produzione ed acquisizione distribuita dell'energia e delle materie inorganiche così efficiente da rendere obsolete, o meglio inutili, le tecniche attuali di produzione, in quanto tutto quello che è stato prodotto fino ad ora potrebbe essere riutilizzato per diverse centinaia di anni.
Tutto ciò che non viene direttamente utilizzato dal singolo, contribuisce ad arricchire la comunità: considerando la quantità di spreco che la cività dei consumi produce, siamo in grado di immaginare quali potrebbero essere le conseguenze se tali ricchezze fossero condivise con i paesi in via di sviluppo?
E cosa dire della politica delle quote latte o della politica economica europea che finanzia gli agricoltori affinchè non producano? Il più originale teatro dell'assurdo, non sarebbe capace di tanto.
La vera crescita, il vero sviluppo culturale e tecnologico non si può che ottenere attraverso la distribuzione delle ricchezze e la condivisione dei costi.
Mai prima d'ora l'uomo è stato così vicino all'autodeterminazione. Un'autodeterminazione così potente da essere in grado di muoversi in direzioni diametralmente opposte e di raggiungere obiettivi drammaticamente diversi.
A l'uomo, diversamente che ad altre specie, è stato concesso di scegliere tra l'evoluzione e l'autodistruzione.

Figura 4 - New Mexico Museum of Natural History - Copyright 2003 by Karen Carr

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Anonymous Anonimo ha scritto...

Sono lievemente annichilito. L'idea di una casa con il computer come cervello, i sensori come sensi (mi fanno anche un po' senso),la comunicazione www, mentre se penso "casa" vedo un edificio in pietra o legno a un piano, con un piccolo giardino (lo ammetto, è banale, ma tant'è), beh, mi mette tra l'ansia e i brividi. Sarà che non so più registrare niente con il neanche tanto nuovo dvd/vcr, faccio fatica a usare il cordless con la segreteria telefonica, impiego lo 0,01% delle potenzialità del pc portatile, non ho nemmeno più il collegamento internet a casa, e anche il cellulare fa solo le telefonate e poche (neppure un sms in anni); sarà insomma che sono tra gli individui meno tecnologici in circolazione, ma il mondo che mi piacerebbe dovrebbe dipendere il meno possibile dall'elettricità - fatti salvi i bisogni elementari o quasi - perseguire la riduzione dei fili e dei cavi accanto a quella dei gas serra (la tecnologia senza fili è anche peggio, perché tutto ci attraversa come colabrodi), tornare a emettere suoni e rumori naturali (quello dello sciacquone è concesso), ad avere colori naturali, a parlare parole naturali e se possibile semplici. Non mi iscrivo certo alla ormai remota categoria dei luddhisti, eppure, come ebbi a notare una sera di tanti anni fa, ho nostalgia per un tempo in cui con i numeri più che altro si contava. Anche se non l'ho mai conosciuto.

17 dicembre, 2005 21:17  
Blogger CMP ha scritto...

Se la tecnologia dovesse rispondere solo a se stessa, e non ai miglioramienti sociali dei quali può essere portatrice sarei d'accordo. Se dovessi comprare una casa domani, sarei ancora d'accordo. Ma se uno sviluppo tecnologico è inevitabile, allora perchè non indicare una direzione?
perchè non tentare di avere una visione che metta d'accordo le esigenze di energia un pianeta di 4 miliardi di persone?

18 dicembre, 2005 19:50  
Anonymous Anonimo ha scritto...

E' più che giusto indicare una direzione, magari fossero quelli dotati di potere reale a indicare le direzioni dello sviluppo. Il problema è che io sono molto più pessimista di te sulla possibilità politica ed economica di proporre con successo una visione sganciata dal profitto ora e le deluge poi. E, altra grande differenza tra noi, tu ti destreggi con la tecnologia, la capisci, entro certi limiti sei "dentro" la tecnologia e legittimamente ti poni la questione di conciliarla con il "fuori", con lo sviluppo sociale, culturale, etico. Io vedo soprattutto il "lato oscuro", la zona d'ombra sempre più ampia che il progresso tecnologico proietta, ne vedo i rischi. Primo: la tecnologia è ormai uno strumento di controllo micidiale - anche chi ci legge quì sa molto di te e di me. Secondo, la tecnologia afferma sé stessa limitando fortemente la possibilità reale di farne a meno: e se il computer centrale della casa va in tilt, chi le apre le finestre? Terzo, sappiamo bene che la tecnologia passa prima per la guerra, la necessità di nuovi strumenti bellici guida buona parte della ricerca tecnologica, per fortuna le ricadute successive sono a volte straordinariamente lontane dall'idea che l'ha generata (e il web ne è forse l'esempio più evidente). E' vero, pensare un mondo senza ulteriore sviluppo tecnologico è impossibile, ma anche questo è il modo inequivocabile che la tecnologia ha di imporsi (generando altra tecnologia come scelta obbligata). Già oggi, chi controlla la tecnologia controlla l'umanità - penso per esempio ai costosi copyright sui medicinali anti Aids o antivirali in genere. E il presunto conflitto di civiltà non ha solo carattere religioso, politico ed economico, è anche lo scontro tra chi ha il dominio tecnologico e chi è fermo all'aratro tirato dal mulo, e all'ordigno esplosivo. Governare la tecnologia, piegarla allo sviluppo dell'uomo è una sfida fondamentale ed entusiasmante, direi, assieme a te, necessaria. Ma il problema dirimente è chi guida questo processo. Intorno a noi, Vecchio, non vedo molti spiriti illuminati.

20 dicembre, 2005 20:16  
Blogger CMP ha scritto...

Arguisco dalle tue parole che lo spirito natalizio del natale passato e di quello presente non ti hanno ancora convinto ... ma lo spirito del natale futuro è ben più convincente ... :-)
Dickens a parte: tutto vero, quello che dici, ma è mai stato diverso dall'invenzione della ruota a oggi? Gli spiriti illuminati sono sempre stati rari, e anche geni del calibro di Leonardo Da Vinci progettavano strumenti bellici. Poi, volendo a tutti i costi difendere la tecnologia (che gatta da pelare che mi sono preso) bisogna dire che la vera tecnologia è quella che non si vede e che se viene a mancare non fa sentire la sua mancanza (ovvero non ti chiude in casa o in acensore), e sopratutto è fruibile da tutti. In questo la Rete può essere uno strumento di potenza incredibile, in gado si superare gli interessi di lobbies e gruppi di potere, rendendo l'informazione e la conoscienza accessibili a tutti.
Il presupposto è ovviamente che tutti vi abbiano accesso (il solito serpente che si morde la coda vero?).

22 dicembre, 2005 16:43  

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02 dicembre 2005

Il potere dell'informazione

Gironzolando nella rete ho trovato questo sito. Bello, anche se non so quanto attendibile e purtroppo, le informazioni sono a pagamento ! Credo che sia una buona idea dargli comunque un'occhiata prima di acquistare alcuni prodotti: anche solo il sommario di certe aziende la dice lunga sulla loro vera natura...

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01 dicembre 2005

Utopia

La vera utopia, oggi, non è nelle ideologie di sinistra o di destra, o di centro, ma là, dove è sempre stata: nel benessere e nella civiltà degli uomini. Il mercato globale e l'immenso potere che il denaro conferisce a pochi uomini e alle ormai esigue oligarchie multinazionali (sono notoriamente cannibali e l'una si nutre dell'altra), determina una forma di distorsione assoluta delle reali necessità dell'uomo. E' necessario riformulare il principio su cui si basa la convivenza socliale ed il libero mercato: il denaro NON è il modo giusto di premiare gli sforzi produttivi di un uomo, nè di una società, in quanto produce disuguaglianza e alimenta gli istinti di sopraffazione presenti nella natura umana. Il premio DEVE consistere in un guadagno reale della comunità, non del singolo. Il vero premio di un impegno civile, tecnologico, sociale, sportivo, culturale . . . è l'arricchimento complessivo della società che lo produce. John Nash (A Beautiful Mind), in qualche modo lo ha dimostrato, oltre che capito. Quando lo capiranno i nostri "dipendenti" ? Quando saremo abbastanza maturi da mettere in atto una vera rivoluzione culturale come questa? Utopia (o Utòpia ?).

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