26 ottobre 2005

Tracce

Credo che tutto quello che in questo mondo ci circonda sia come legato da un invisibile filo. Ma invisibile non vuol dire assente. Non è un caso. Nulla è per caso. Quindi, prendiamo un capo, a caso appunto, della matassa: Cosa ha reso il consumismo un così efficace strumento di controllo delle masse?
  • Una overdose di improbabili necessità indotte dalla pubblicità
  • Il poco tempo a disposizione per meditare (rammentate quella euforica sensazione di funzionamento del cervello in assenza di radiazioni UVA provenienti da fiction televisiva, Reality show, telegiornali ...)
  • Invecchiamento precoce della tecnologia (ancora con il telefonino TAX, senza MMS, GPRS, BLUTUT, e UAIFAI ?)
Un'edpidemia della sindrome del bianconiglio ha infettato la nostra società. Cosa diceva Calvino a proposito della velocità (anzi della Rapidità per l'esattezza) in Lezioni Americane? Ma Calvino, si riferiva all'arte del racconto, all'efficacia dell'affabulazione, non alla vita. Così, per dare il meritato sfogo alle frustrazioni, al mobbing, all'alienazione di marxiana memoria e forse anche a qualche cazzuccio personale, ci prescriviamo un sano shopping. Perchè più sei veloce più produci, più produci, più consumi, e più consumi più fai girare l'economia, e se l'economia gira si abbassa il costo del denaro (il costo del denaro ???? me l'hanno spiegato, ma continuo a non farmene una ragione !! ) e anche quello del nostro tempo, cioè il tempo che dedichiamo alla nostra nobilitazione (o espiazione) attraverso il lavoro, perchè in cina il tempo costa meno (forse ne hanno più di noi a disposizione) e possono produrre di più a costi più bassi, in meno tempo, e guadagnare sulla quantità, invadendo il mercato occidentale (AAARGHHH !!).

La III° guerra mondiale è quella che stiamo vivendo: Guerra Preventiva, Profitto Indiscriminato, Globalizzazione, Standardizzazione. Minima variazione dalla norma. Massima perdita di varietà. McDonald©, CocaCola© e Pizza© Sempre meno contenuti e sempre più contenitori (come i format no?), apparenza v/s sostanza, forma e contenuto, etica v/s estetica. Coltivazioni intensive, campi di concentramento per polli maiali e mucche, e tutte le altre innumerevoli aberrazioni dell'ordine naturale delle cose...

E allora, ecco che, come per magia, il ritorno alla natura da urgenza etica e morale si trasforma in business.

Ma c'è qualcosa che è si è salvato da questa malattia degenerativa?

Ma se proviamo a cancellare il termine business il biologico può anche diventare un reale valore economico oltre che etico. E forse l'uso del termine mission, in questo caso, può suonare meno blasfemo di quanto non avvenga di solito. Torno insistentemente a un concetto che mi accompagna fin dai miei primi travagli adolescenziali: equilibrio, armonia. Tutto sembra ritrovare una ragione, ma anche solo una giustificazione sarebbe abbastanza. Non è un caso. Nulla è per caso. Dovremmo iniziare un'opera di studio, di recupero, di restauro: riprenderci la memoria degli eventi storici più recenti e meno recenti, che ci hanno condotto fino a qui, ma anche la memoria degli eventi privati, delle persone, dei luoghi, dei sentimenti, dei sogni. Perchè una società degna di questo nome è fatta di individui, non di clienti, di uomini, non di target. Dovremmo ricominciare dall'inizio, dalle materie prime, dalla Cultura (con la C maiuscola), dall'Educazione, dalla ri-formazione culturale di un popolo, che ha bisogno di ricostruire la fiducia nei gruppi di potere, nelle forme di associazione, ed infine, o forse come prima cosa, nei singoli.

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Anonymous Anonimo ha scritto...

Tracce, nel senso di orme o di macchie? (e' solo una prova per vedere se riusciamo a parlarci attraverso il tuo Blog).
Una cosa ancora: l'orario - nel cuore della notte - è quello effettivo?
A presto

28 ottobre, 2005 17:54  
Blogger CMP ha scritto...

Nel senso di orme, o forse indizi, ma anche il concetto di macchia non mi dispiace. Qualche appunto su cui pensavo di scrivere qualcosa di più preciso.
L'orario? è preciso, si, abbastanza preciso ...

29 ottobre, 2005 16:00  
Anonymous Anonimo ha scritto...

L'azione orientata eticamente. E' forse l'unico "filo" che mi sembra in grado di collegare con un qualche senso le estreme periferie della "matassa", di emergere dal blobbone che ci avviluppa (anche se sono d'accordo con te, nulla è per caso; ma allora tutto è necessario? Forse no). Non fraintendermi: niente a che fare con il peccato-senso di colpa-punizione delle "genti del Libro", né con l'azione finalizzata all'azione di Arjuna sul campo di battaglia. E' qualcosa di essenzialmente laico, proverei a dire umano. Più facile, con Montale, dire cosa non è: non è asservimento a un obiettivo, non è interesse personale, non è potere. Non so nemmeno quanto contribuisca ad equilibrio ed armonia. Perché allora ne scrivo?. Beh, il Blog è tuo, e mo' ti becchi 'sto commento vagamente confuso.

29 ottobre, 2005 19:40  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Ti scrivo solo per segnalarti un Blog fotografico trovato per caso.
http://setecores.blogspot.com/

Mi sembra valga la pena di una sfogliata. Hasta luego

02 novembre, 2005 17:59  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Ti leggo amico, forse un pò confuso: ma è il tema che tocchi che produce confusione e noi ci siamo dentro. Cerco di aggiungere qualcosa alle tue risposte su cosa ha reso il consumismo uno strumento di controllo delle masse: la normalizzazione.
Siamo aramai appiattiti su tutto: tre telefonini a cranio? E' normale. Viviamo la guerra preventiva nelle immagini TV in compagnia di coca e pop corn? E' normale. Mia figlia mi chiede jeans da 230 euro e glieli compro? E' normale. Il Presidente del Consiglio spara stronzate a raffica? E' normale. Questa è una cosa che mi fa paura: la normalizzazione.
Mi ritorna in mente quando ritornai dal paese con maggior consumo di coca cola nel mondo (dopo gli usa), il Messico (gli indios la usano per ruttare e tirar fuori il male.. ho cercato loro di consigliare l'uso dei fagioli, ma niente...sic!): quando tornai a casa, nel mio armadio ritrovai i miei 10 abiti assieme alle mie 28 camicie "... e che ci faccio con tutta sta roba" mi chiesi... "basterebbe un vestito (magari quello della comunione di mia figlia) e due camicie... mentre una la lavo l'altra la indosso", poi pensai a cosa avrebbero detto il mio Presidente e il mio Dir. Commerciale "Senti un pò, ma c'hai solo sto vestito? Non puoi andare dai clienti vestito sempre uguale!.. o preferisci andartene?" Allora ho capito: vado a lavorare per comprarmi i vestiti per andare a lavorare.. e così ancora: vado a lavorare per pagare la benzina per andare a lavorare... ecc...
Come ben sai poco dopo mi sono licenziato e continuo ad andare in messico, con un jeans e una maglietta!
Ha ragione Vale: "L'azione orientata eticamente è forse l'unico "filo" che sia in grado di collegare con un qualche senso le estreme periferie della "matassa"... ha ragione. E con tutti i sacrifici del caso, è da un pezzo che continuo imperterrito a fare i conti solo con l'etica che mi dentro.
Un abbraccio fraterno,
Mauro

04 novembre, 2005 16:42  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Ti leggo amico, confuso dal tema che poni. Aggiungo nella "normalizzazione" una delle cose che rendono il consumismo uno strumento di controllo delle masse.
guerra preventiva? E' normale. Jeans a 230 euro? E' normale. Tre telefoni a cranio? E' normale... è normale...è normale!
Ti leggo amico e ritorno indietro nel tempo quando tornai dal Messico (tra l'altro la seconda nazione al mondo per consumo di coca cola, gli indios della selva la usano per fare rutti volti a espletare il male che hanno dentro... e vane sono stati i miei suggerimenti di usare fagioli e far uscire il male dal culo), dicevo, quando tornai dal messico ritovai nel'armadio i miei 12 vestiti e le mie 28 camicie. "Che ci faccio con tutta sta roba... basterebbe un vestito, magari quello della comunione di mia figlia, e due camicie in modo da lavarne una e indossare l'altra in un ciclo continuo". Poi nella mente si materializzarono il mio Presidente e il mio Direttore Commerciale "Ahò.. ma c'hai solo sto vestito? Mica puoi ricevre i clienti vestitop sempre allo stesso modo?". Allora capii: vado a lavorare 10 ore al giorno per comprare i vestiti per andare a lavorare, lo stesso vale per la benzina.
Come ben sai mi sono licenziato e lavoro in proprio (a volte vado in ufficio con le ciabatte..eheheh), continuo ad andare i messico cercando di convicere i miei amici della Selva di usare i fagioli contro il maligno.
Ha ragione Vale: "l'azione va orientata eticamente". Ed è per questa ragione che da un pezzo oriento le mie azioni ascoltando l'etica che è in me.
Un abbraccio fraterno,
Mauro

04 novembre, 2005 16:58  
Anonymous Anonimo ha scritto...

scusateil doppio commento... non vedevo il primo e pensavo che il fosse andato perduto nell'etere. Sbaglio spesso: è normale.
Mauro

04 novembre, 2005 17:08  

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14 ottobre 2005

I Miei Strumenti Musicali

Questo post contiene il mio piccolo "museo" di strumenti musicali.
E proprio come di un "Museo" ne parlo, perchè per la gran parte, sono oggetti che appartengono ad un'altra epoca, ad un'altra vita.

Prima (ed unica) opera di liuteria (2002)
Kantele 1/4 Kantele 2/4 Kantele 3/4
Kantele 4/4

Una chitarra per Tommy
Chitarrina 1/3 Chitarrina 2/3 Chitarrina 3/3

Jumbo Acustica "Maya"
Maya 1/2 Maya 2/2

Chitarra Classica Yamaha
Classica 1/2 Classica 2/2

Flauto Traverso di Bambù
Flauto di Bambù 1/2 Flauto di Bambù 2/2

Flauto Soprano
Flauto Soprano 1/2 Flauto Soprano 2/2

Clarinetto
Clarinetto 1/2 Clarinetto 2/2

Buzuki
Buzuki 1/2 Buzuki 2/2

Violino
Violino 1/2 Violino 2/2

Acustica Elettrificata
Acustica 1/2 Acustica 2/2 Acustica 3/2

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Anonymous Anonimo ha scritto...

Splendido set di foto, e splendida collezione. Per qualche strana ragione, mi sembra di ricordare in particolare il buzuki...

28 ottobre, 2005 18:38  
Blogger CMP ha scritto...

Alla collezione Mancherebbero ancora il boudran (il mio non è così bello) e le armoniche ...

29 ottobre, 2005 16:16  
Blogger vito ha scritto...

ho visto la foto della chitarra maya, ne ho una quasi identica modello mj200s vorrei sapere se hai un idea del valore che potrebbe avere visto che nn è più in commercio ed ha almeno 20 anni.

17 agosto, 2009 17:54  
Blogger CMP ha scritto...

Non ho idea di qanto possa valere. Ho cercato altr info in rete ma non sembrano essercene ....

26 agosto, 2009 12:16  

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08 ottobre 2005

Virtual Reality ?

Da qualche tempo, sto meditando in modo più approfondito, sul mio personale rapporto con la tecnologia, che sta assumendo sempre più un carattere di dipendenza, così come è stato quello con il fumo, fino allo scorso febbraio. Ho impiegato 25 anni ad affrancarmi dalla sigaretta, e ancora oggi, alcune volte, mi capita di sognare che sto fumando ... ma la dipendenza dalla tecnologia? Non sono certo l'unico a soffrire dei disturbi fisici che questa sindrome provoca, ma quello che più attira, è il lato oscuro: quello che coinvolge la parte più spirituale di noi stessi, che ci separa dalla quotidianeità per trasfigurarci in un avatar e far emergere la nostra più vera (o desiderata) natura. E non parlo solo di RPG , e simulaizoni varie, ma di una vera e propria seconda pelle fatta di e-mail, messenger, smile, gps, che grazie alla tecnologia, siamo in grado di indossare, con più disinvoltura di quanto non siamo in grado di fare con quella che ci ha dato nostra madre. Ci stiamo lentamente trasformando in degli OGM un pò OTM (non solo nel senso di uomo bionico). Quanto ci sia di così poco fantascientifico negli scenari di Metropolis (1927), Blade Runner (1982), 1984 (1984), Brazil (1985), Strange Days (1995), Matrix (1999) , solo per citare alcune tra le pellicole più visionarie, è sempre più evidente. La forza dirompente di queste parabole sta nel fatto che non sono invenzioni fantastiche, magiche o trascendenti (siamo così presi dalla nostra divinità che l'attenzione che rivolgiamo ad altri culti - senza tra l'altro provare a comprenderli - è ormai molto limitata), ma visioni della realtà attraverso semplici aberrazioni ottiche: come se ci divertissimo ad osservare il nostro volto attraverso uno specchio curvo che mette in evidenza e distorce tratti che fino a quel momento erano passati inosservati. Tra la virtual reality e il reality show il passo è breve. I gradi di separazione tra il mondo fisico e quello virtuale vanno diminuendo... Che la forza sia con voi.

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Anonymous Anonimo ha scritto...

L'affrancamento dalla tecnologia è una sfida che abbiamo perso molto tempo fa. Per l'affrancamento dalla realtà ci stiamo dando invece molto da fare: ti è mai capitato di fare qualcosa di inusuale - che so, entrare in un ospedale o prendere un autobus nell'ora di punta - e scoprire mondi lontani dalla nostra esperienza quotidiana quanto la nube di Magellano? La vita offre molte opportunità; mi accorgo di essere bravo a comprimerle in un numero ridicolo di eventi. Tra l'avatar e il sasso inerte ci siamo noi.

13 novembre, 2005 20:32  

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