20 febbraio 2006

Infingimenti

Ho scritto queste pagine in circa venti giorni. Per la prima volta ho provato a scrivere un pezzo di teatro, cercando di esprimere alcuni pensieri e nel tempo stesso,  di cercando di divertirmi.
Si tratta di un breve atto unico, che dà forma ai malesseri di chi vive in un'epoca dove ciò che appare non sempre corrsponde a ciò che è.
Potete leggerlo in questo post, o scaricare la versione pdf da questo link.



Infingimenti
ATTO UNICO




Personaggi





speaker
spettatore 1
spettatore 2
ragazza-pasticca (nei ruoli di)
  • sè stessa

  • velina

  • messaggio subliminale

  • spia

lavoratore a termine (nei ruoli di)
  • sè stesso

  • poeta

  • intellettuale

  • predicatore

  • politico

  • cantante

  • voce fuori campo

(platea estiva di un teatro di piazza a Roma)

(spettatore 2)
  • Hai letto il programma di questa sera?
(spettatore 1)
  • No, chi c’è?
(spettatore 2)
  • Non mi ricordo bene il titolo … “sfinimenti”,  mi sembra …
(spettatore 1)
  • Non parlano di cavalli vero? Lo sai che non mi piace come ti guardano…
(spettatore 2)
  • No, no, credo parli di ciò che sembra  …
(spettatore 1)
  • Guarda che mi ci hai portato tu qui …

(scampanellio, luci basse, spot sullo speaker)

(spettatore 2)
  • Ecco và …
(spettatore 1)
  • Era ora!

(scenografia di un TG)

(speaker)
  • Buonasera. Questa rappresentazione andrà in onda nella forma ridotta di un atto unico, a causa dell’astensione dal lavoro degli attori che avrebbero dovuto rappresentarla, del regista e dell’autore che hanno dichiarato di dissociarsi dai contenuti espressi nell’opera. La produzione si riserva inoltre, il diritto di utilizzare lavoratori a termine per assicurare i servizi primari.Poiché non è stato possibile procedere ad un risarcimento per l’annullamento del programma, chi vi parla è stato incaricato a farlo dal comitato di redazione e pertanto, quanto verrà esposto non rispecchia le opinioni personali degli autori, di chi legge, e probabilmente nemmeno quelle di chi ascolta.

(spettatore 1)
  • Cazzo, ma allora restavo a casa a guardarmi la “Defi” !
(spettatore 2)
  • Shhh!, zitto, magari è interessante lo stesso…

(speaker)
  • Il nostro impegno è sempre stato quello di mettere al primo posto il rispetto, la fiducia, l’amore. Sono parole che oggi sembrano aver perduto il loro significato, come la maggior parte dei vocaboli della nostra lingua. E se questa affermazione è tristemente vera a livello sociale, nella vita politica e nelle forme di potere dell’era della globalizzazione, è ancor più drammaticamente difficile da accettare, come accade per molte altre cose, quando la si constata a livello personale.

(spettatore 1)
  • Sembra mia zia, che rompicoglioni: “purupù, purupù, purupù, e a casa mia si faceva così, e non ci sono più le mezze stagioni” … ma per quale motivo dire cose tanto lagnose e pedanti?
(spettatore 1,  ad alta voce)
  • Lo sappiamo, lo sappiamo quello che vuoi dire, quindi che lo dici a fare? Vai al sodo, senza tanti giri!
(spettatore 2)
  • Dai, su, questa è la parte “impegnata” dell’Estate Romana … e poi si chiama “Sfinimenti”,  no?  …

(speaker)
  • Già, che lo dico a fare?E poi, a “chi”, lo dico?Forse lo dico soprattutto a me stesso.

(speaker, rivolgendosi a spettatore 1)
  • In mancanza di qualcuno che sia disposto ad ascoltare, bisogna sapersi arrangiare da soli.
(spettatore 1, alterato)
  • Questo è tutto suonato!
(spettatore 1, rivolto allo speaker)
  • Parli con me bello? o parli da solo?
(spettatore 2, sgomitaando spettatore 1)
  • Ma no, è per finta! Lo fa  solo per coinvolgerti, provocarti, renderti partecipe…
(spettatore 1)
  • Coinvolgermi? Ma sei scemo? E in cosa dovrebbe coinvolgermi?

(speaker)
  • Cerchiamo di approfondire adesso la problematica, con gli occhi di un poeta contemporaneo. Il servizio del nostro collaboratore.

(lavoratore a termine, illuminato da uno spot, nei panni di  un “poeta”)
  • Ho sempre parlato da solo. Fin da bambino. Fin da quando, giocando, immaginavo di essere e di fare questo o quello. Poi ho iniziato a scrivere poesie.

(spettatore 1)
  • Ecco, lo sapevo …lo sfigato di turno!

(lavoratore a termine, senza interrompersi)
  • Ho iniziato presto, credo, intorno ai dieci anni e già la mia indole mi portava a rivolgere uno sguardo pensoso verso il crepuscolo della vita… intitolando la mia prima poesia “Er testamento de un giovane e poro romano”.

(spettatore 1)
  • Io mi gratto …!

(lavoratore a termine)
  • Credo che esista ancora, conservata da mia madre da qualche parte, in forma manoscritta, ma vorrei declamarla, così come mi è tornata oggi, alla memoria …


(spettatore 1)
  • No, dai, la poesiola nooo!

(il lavoratore a termine si alza in piedi)

(lavoratore a termine)
  • Ecco, appunto, come dicevate, … lo farò principalmente per me stesso. Per lasciare almeno un piccolo segno che mi sopravviva, che è poi quello che ogni essere umano desidera, io credo, sotto varie forme, da questa vita.

(lavoratore a termine, declama)

ER TESTAMENTO DE UN GIOVANE E PORO ROMANO

Stè mille lire,
er sacchetto, la matita
li lascio a te
o madre de stà mia vita,
er resto invece
che nun conta gn’ente
servirà pè seppellimme,
come l’altra ggente.
E se ppoi sti zozzi sordi nun basteranno
basterà benedimme,
fa nà buca,
e avvorgeme drent’ a’n panno.

(lo spot si spegne)

(speaker)
  • Grazie del contributo. L’immaginazione è un buon amico,

(spettatore 2)
  • Hai visto? Ha sbagliato: l’immaginazione è femmina non maschio…

(spettatore 1)
  • E mbè?
(spettatore 2)
  • Secondo me è gay …
(spettatore 1)
  • E ‘sti ca…!

(speaker)
  • … un amico che ti sa restare accanto quando ogni altro sostegno viene a mancare,  che sa mettersi da parte, anche per anni se occorre, facendo posto alle ingombranti esigenze della vita, senza fare scenate, senza ricatti, con un sorriso che ti ricorda che sarà sempre lì, accanto a te, quando ne avrai bisogno, come un angelo custode.Sulla figura dell’angelo custode abbiamo una sintetica scheda tecnica curata dal nostro collaboratore:

(lavoratore a termine, illuminato da uno spot, nei panni di  un “predicatore”)

  • Fratello, sorella, smetti di cercare! Se vuoi conoscere il nome del tuo angelo custode non devi fare altro che collegarti al sito http://www.langelocustode.tv e troverai tutti i nomi dei 72 angeli e le efficaci preghiere in formato transdimensionale emmeppì sette, che può essere udito anche dai cherubini delle sfere più elevate …

(lo spot si spegne e la voce rallenta in un mugugno )

(speaker)
  • Ci scusiamo per i problemi tecnici del collegamento, ma d’altra parte i cherubini, si sa, sono assai suscettibili quando si mescola il sacro con il profano ...  Se ci sarà possibile vi riproporremo il collegamento in un secondo momento. Nel riprendere il concetto con cui abbiamo aperto, possiamo riassumere dicendo che l’mmaginazione è rimasto l’unico luogo dove il rispetto e la fiducia, e anche l’amore, forse, possono ancora esistere, nel loro significato più profondo.

(spettatore 1, a voce alta)
  • Ma lo senti? Che deprimente, dai basta, è patetico!

(speaker, bisbigliando)
  • Non so proprio darvi torto.

(speaker, prosegue con tono normale)
  • Ma d’altronde, chi vi parla, nell’esporre tali questioni, non ha altro da offrire che la propria modesta esperienza ed i propri grandi limiti.

(spettatore 1)
  • Da grandi poteri derivano grandi responsabilità …

(un accenno del tema di “Spiderman” si diffonde nell’aria)

(speaker)
  • Come diceva un famoso filosofo: “Non so concepire una vita privata di questi principi, o meglio, dove questi non siano alla base dell’agire e del sentire, e forse, pur di non farne a meno, ho lasciato che i miei sensi percepissero cose che in realtà non erano, o non erano, almeno, ciò che io ritenevo che fossero”.

(spettatore 1)
  • Che? Famoso per lui! Eppoi, io no, ma secondo te, lui ha capito quello che ha letto?

(speaker)
  • Una spiegazione più accessibile del medesimo concetto ci viene offerta dalla filosofia contemporanea: vediamo il collegamento.

(spettatore 1)
  • Se è proprio necessario…

(lavoratore a termine, illuminato da uno spot, nei panni di  un “intellettuale”)
  • Quando il velo di Maya si solleva, viviamo la sensazione di essere stati traditi ed ingannati. Davanti a noi non c’è quello cha abbiamo sempre creduto di vedere, ma qualcosa di diverso …

(spettatore 1)
  • Qusto si chiama avere “le traveggole”!

(spettatore 2)
  • Già, già, in effetti, anche a me dicevano sempre che troppa immaginazione fa male …
(spettatore 1)
  • Eppoi che c’entra  il pianeta che vive?

(lavoratore a termine)
  • … l’epifania ci pervade …

(spettatore 1)
  • E siamo tutti più buoni?

(lavoratore a termine)
  • …e siccome ogni cosa è conseguenza diretta o indiretta di quella percezione originaria, ogni cosa che su tale convinzione aveva posto, per così dire, le fondamenta, è sottoposta ad una tensione statica che ne determina l’instabilità: e cioè cede, vacilla, oscilla.

(spettatore 1)
  • Mia zia Camilla! Ma di che sta parlando? Rai Nettun dorma Sat?

(lavoratore a termine)
  • Allora non restano che due ipotesi: continuare a credere che le fondamenta su cui si è costruito siano solide e che la verità rivelata non sia in fondo così diversa dalla verità che abbiamo sempre percepito,  oppure …

(spettatore 1, a  voce alta)
  • Oppure spararsi nei genitali, che fa meno male che stare a sentire questa roba

(lavoratore a termine)
  • … oppure, lasciare che il crollo segua, quale inevitabile conseguenza dell’oscillazione incontrastata di tale edificio, e adoperarsi per ricostruire un nuovo e più solido equilibrio. Ed è questa la parte più delicata della questione…

(spettatore 1, alzandosi per andar via)
  • Ok, puoi fare da solo vero? Tanto qui c’è tanta gente piena di immaginazione a farti compagnia …

(lavoratore a termine)
  • Già. Fare da solo? Non so fino a che punto. Fino a che punto possiamo fare da soli? Questo è il problema!

(spettatore 2, tenendo per la manica spettatore 1)
  • Dai, restiamo ancora un momento, la cosa si sta facendo interessante …

(spettatore 1, ridacchiando)
  • Io veramente ero più interessato alla donna invisibile

(lavoratore a termine)
  • Fino a che punto il nostro spirito è in grado di sollevarsi da terra e vedere oltre la siepe?

(spettatore 1,  a malincuore,  si siede di nuovo)

(lavoratore a termine)
  • Certo per il sommo Leopardi la siepe era altro:

(lavoratore a termine, declama, ispirato)

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,E questa siepe, che da tanta parteDe l'ultimo orizzonte il guardo esclude.

(lavoratore a termine)
  • Ricordo di aver scritto qualcosa sull’argomento … su ciò che ci lega alla nostra percezione, a ciò che siamo … non un saggio o un trattato, ma alcuni versi, inititolati “Aquiloni” …

(spettatore 1)
  • Nooo, ancora?

(lavoratore a termine, declama)

AQUILONI
Canto
per rompere il vuoto
generato dall'inganno
perpetuato dai sensi.
E continuo, comunque, a nutrirmi
dal loro cordone ombelicale.
Il mio volo
non può che galleggiare
sospeso ad un filo.
La stessa forza
che schiaffeggia le ali
mi trattiene a terra.
Imperdonabile,
inevitabile,
karma.

(il lavoratore a termine saluta a mani giunte, alla maniera indiana)
  • Namaste.

(cade un sipario sul TG, con stacchetto musicale)
(L’interruzione pubblicitaria ha come sponsor una pasticca per il vigore sessuale maschile spacciato da composto vitaminico per la memoria. la ragazza- pasticca viola entra in scena)

(voce fuori campo)
  • I vostri ricordi non sono più vividi e freschi? Avete problemi di memoria? Logorati dallo stress della vita moderna?

(la ragazza-pasticca  in completo intimo erompe dalla pasticca sorridendo,  tutta sexy e ammiccante)

(voce fuori campo)
  • Con “Amarcord” non saranno più solo ricordi sbiaditi ! La tua memoria merità di più:  non farla aspettare … la memoria!

(voce fuori campo, velocissimamente)
  • E’ un medicinale, leggere attentamente il foglio illustrativo. Tenere fuori dalla portata dei bambini e non somministrare a gestanti, psicopatici e piloti di linea. L’uso prolungato può dare dipendenza. Non superare le dosi consigliate. In caso di necessità consultare il proprio veterinario. Aut. Min. Ric.

(la ragazza-pasticca esce di scena ancheggiando e ammiccando)

(spettatore 1)
  • Ma daaai! Non poteva far vedere qulche cosa di più?Aveva argomenti convincenti …
(spettatore 2)
  • Dai, non scherzare! Forse è davvero utile, non credi? Sono i progressi della nostra cultura, laica e liberista …

(torna la scenografia del TG)

(speaker)
  • Eccomi ancora a voi.E’ mio privilegio informarvi che il nostro sponsor, “Amarcord”, in collaborazione con l'Osservatorio Nazionale su Alcol, Nautica, Immigrazione, Sessuologia, Moda e Origami (O.N.A.N.I.S.M.O) e con il patrocinio del Comune di Roma, ha organizzato una campagna di sensibilizzazione, tramite la distribuzione gratuita di campioni di prova che potete ritirare, qui a destra, presso la segreteria artistica.Chi fosse interessato è pregato di compilare l’apposito modulo, necessario all’autorizzazione dell’uso dei dati personali, completo di fototessera, numero di telefono e-mail, codice fiscale, condom preferiti e test HIV. Nel rispetto dell’attuale normativa sulla privacy, l’organizzazione assicura la completa riservatezza dei dati rilasciati, e garantisce che verranno utilizzati unicamente dalle società ad essa collegate, il cui elenco

(lo speaker estrae un elenco telefonico e lo depone pesantemente sulla propria scrivania)

  • può essere richiesto chiamando il call center, al numero 899 800 800

(entra la ragazza-pasticca sorridente, con il numero)

  • dal venerdì al lunedì dalle ore 23:00 alle ore 23:30. I nostri operatori vi indicheranno le semplici operazioni necessarie all’invio via Fax della richiesta, che dovrà allegare copia del modello unico 2004 e del codice a barre presente nella confezione da voi ritirata. Il costo della telefonata è di soli 72 euro senza limiti di durata.

(la ragazza-pasticca annuisce indicando la scatoletta con il codice a barreed  il lavoratore a termine, nel ruolo di politico, si va a sedere su una sedia vuota affianco agli spettatori)

  • Un incaricato provvederà alla consegna direttamente a casa vostra, senza alcun costo aggiuntivo.Inoltre, è possibile richiedere la cancellazione immediata dei propri dati in ogni momento: basta recarsi con due testimoni allo sportello H521 della XXIX° circoscrizione muniti della tessera del sindacato, portando con sé la ricevuta del bollettino postale che attesta il pagamento delle spese di de-registrazione, una marca da bollo da 127 euro e 3 biglietti gratta & vinci.

(mentre la ragazza-pasticca attraversa
ancora il palco salutando)

(spettatore 1)
  • Dovrebbero passarla con la mutua  quella roba! Ormai per convincerti che una cosa ti serve, prima te la regalano, poi dopo, quando scopri che non ne puoi fare più a meno,  se la fanno pagare come …
(spettatore 2)
  • … come le sigarette?
(spettatore 1)
  • …come gli spacciatori di coca!
(spettatore 2)
  • Fortuna che  la quantità di informazioni che vengono fornite al consumatore ne tutelano efficacemente i diritti… molta informazione, molta libertà
(spettatore 1)
  • Si … Molti nemici molto onore … avere tante informazioni e non sapere che farsene è come non averne affatto. Spazzatura.

(la ragazza-pasticca consegna una velina allo speaker)

(speaker)
  • Mi informano in questo momento che tra il pubblico abbiamo un ospite illustre: è venuto a farci visita il sottosegretario nazionale per il rilancio della lavorazione artigianale del giunco mediterraneo, il Dott. Ing. Onorevole Pasquale Cestino.

(lavoratore a termine, illuminato da uno spot, nei panni del “politico”, si alza e saluta sorridendo)

(speaker)
  • L’Onorevole, ci permette alcune domande? Sarebbe per noi un grande privilegio…

(lavoratore a termine)
  • Non mi sono preparato per un tale evento, ma risponderò ugualmente, per quanto possibile …

(speaker)
  • La ringraziamo della Sua disponabilità Onorevole: può dirci, sinteticamente, a che punto siamo con il programma di rilancio?

(lavoratore a termine)
  • La ringrazio per avermi rivolto questa domanda.In realtà  non è la prima volta che rispondo nel merito… In molteplici occasioni, istituzionali e non, mi sono trovato a dover subire, da parte dell’opposizione, una serie di infondate richieste di chiarimento, riguardanti la gestione dei fondi stanziati dalla Comunità Europea, e ad oggi, a dire dell’opposizione, non ancora documentati. Bene,  ripeterò anche qui, ancora una volta, che le attività del sottosegretariato sono totalmente e completamente documentate e verificate dall’apposita holding “Business Unit Cash Obtainer” (B.U.C.O.), creata per la valutazione e dei programmi di investimento e la verifica dell’attuazione degli stessi, il cui C.d.A. è composto da economisti creativi di fama mondiale, a maggior garanzia del cittadino. Il rapporto, che viene redatto, come da statuto, ogni 21 anni venusiani e sottoposto per verifica alla Presidenza del Circolo Canottieri Brennero, conterrà esaustivamente, tutti i chiarimenti del caso.

(speaker)
  • Capisco, capisco, ma, vede Onorevole, il paese reale si chiede quali saranno gli effetti positivi di tale iniziativa, quando potremo cogliere i frutti di …

(lavoratore a termine, alterato)
  • Non sono disposto a subire ulteriori attacchi personali! In questo paese è diventata a rischio anche la proprietà privata? E fate attenzione, fate molta attenzione, voi e la vostra cricca eversiva, progenie sobillatrice di infondati sospetti e malignità gratuite!

(spettatore 1, applaude)
  • Questo è parlare!  Digliene quattro a questi smidollati!

(lavoratore a termine, continuando)
  • Qui ci sono gli estremi di una deuncia per diffamazione, e siccome io sono a conoscenza di certi sporchi giochi, certamente sarò costretto a fare il mio dovere di informare gli organi competenti!

(speaker)
  • Costretto a fare il suo dovere?

(spettatore 2)
  • Già, bisogna proprio essere costretti per essere indotti a fare il proprio dovere?

(lavoratore a termine, serio )
Certo, non mi si lascia alternativa!

(speaker)
  • Capisco… ringraziamo l’Onorevole Cestino per la Sua testimonianza... so che purtroppo ci deve lasciare per un urgente impegno istituzionale … grazie ancora per la Sua disponibilità …

(lo speaker tende la mano al lavoratore a termine, che prontamente ritira la propria e ridacchiando si allontana)

(speaker)
  • Dopo questa piacevole interruzione possiamo tornare ai contenuti della nostra rappresentazione. Eravamo arrivati, se non erro, all’enunciazione di quella legge della fisica newtoniana che sta alla base del funzionamento degli aquiloni …

(mentre lo speaker prende un aquilone da sotto la scrivania e prova inutilmente a farlo volarela ragazza-pasticca attraversa correndo il palco
con il cartello “messaggio subliminale: Bevi LolaSola e sarò tua”)

(spettatore 2)
  • Che cos’era?
(spettatore 1)
  • Che cos’era cosa? E’ un aquilone no?
(spettatore 2)
  • Lo so che è un aquilone, non dicevo quello! Dicevo quello che è passato qui davanti…
(spettatore 1)
  • Un’interferenza nella trasmissione?
(spettatore 2)
  • Ma che trasmissione? Siamo in un teatro all’aperto! …è passato qualcosa  proprio qui davanti …
(spettatore 1)
  • Un gatto?

(la ragazza-pasticca attraversa correndo il palco nel verso opposto)

(spettatore 2, indicando con la mano)
  • Ah, ecco, ecco, l’hai visto adesso?
(spettatore 1, distrattamente)
  • Mi è improvvisamente venuta sete …

(speaker)
  • … evidentemente questo aquilone è difettoso.Meglio lasciare la dimostrazione scientifica a chi ne ha le competenze …Il nostro compito qui è tutt’altro: informare, chiarire, fornire un servizio pubblico, guidare le masse ...

(spettatore 1)
  • Ma non doveva essere una rappresentazione?
(spettatore 2)
  • Si, ma la cultura è sempre portatrice di informazione!
(spettatore 1)
  • Ma l’informazione non è sempre portatrice di cultura.

(musica: Also Sprach Zarathustra)

(speaker, appassionatamente, con il crescendo della musica)
  • Credo che ognuno sia ormai cosciente del fatto che stiamo vivendo in un’epoca di grandi cambiamenti e di grandi  suggestioni mediatiche e culturali. Nulla di ciò che percepiamo è più come appare, ma nonostante ciò, e forse in virtù di questo, si sta apprestando una nuova stagione di crescita e sviluppo politico, sociale e morale, in cui ciascuno viene chiamato a compiere scelte che cambieranno la propria vita e quella di chi ci siede accanto...

(spettatore 1 e spettatore 2 si guardano)

(speaker, continuando)
  • Scelte che richiedono una grande forza di autocritica, coraggio, sacrificio e amore, per noi stessi, per i nostri figli, per le generazioni future, a cui lasciamo un mondo che ci è dato solo in prestito …

(il cellulare dello speaker interrompe la musica)

(speaker, con imbarazzo, rivolto agli spettatori)
Scusate…
(speaker, rispondendo al cellulare)
Si? Presidente! No, non parlavo di Kioto … cosa c’entra mia madre?  no, si, certo, come desdera …
(lo speaker chiude il telefono e si ricompone)
(speaker)
  • … e quindi… non mi resta altro che lasciarvi con un omaggio offerto da un collaboratore d’eccezione:  prego maestro…

(lavoratore a termine, nel ruolo di cantante, canta e suona)

STATE BUONI SE POTETE

State calmi adesso bambini,
facciamo un po' silenzio,
Se cercate di essere buoni
vi canterò una storia.
Sarà una di quelle serene
che vanno a finire bene,
non ci saranno gli uomini neri
che turbano i pensieri.
State buoni adesso bambini,
venite più vicini.
La storia di questa sera
la canto sottovoce
per non svegliare le cose strane
che dormono nel buio...
Così anche la notte nera
non ci fa più paura.

(spettatore 2)
  • Grazie, grazie per la musica!

(il lavoratore a termine ringrazia, lo spot si spegne. Lo speaker appoggia il gomito sulla scrivania  e si sporge in avanti,  verso il pubblico, come la Gruber)

(speaker, sorridente)
  • Questa era l’ultima, non c’è altro. Io mi fermo qui.

(lo spot si spegne. luci soffuse, in sottofondo parte la musica della fine delle trasmissioni della RAI di 30 anni fa)
(speaker, parlando a sé stesso, mentre raccoglie le carte)
Anche perché non vedo proprio dove si possa andare …

(lo speaker si allontana ed esce di scena)

(spettatore 2, batte stancamene le mani, alzandosi)
  • C’è chi si ferma, e c’è chi deve proseguire … dai, andiamo a bere qualcosa …
(spettatore 1, alzandosi)
  • Era ora che finisse!
(lavoratore a termine, nel ruolo di sé stesso)
  • Cazzo, è già finito? E adesso che faccio?
(spettatore 2, rivolto al  lavoratore a termine)
  • … forza, domani è un altro giorno …
(spettatore 1)
  • Già, già, domani è lunedì!
(il lavoratore a termine, contando qualche banconota)
  • Sette venticinquesimi di affitto ...

(gli spettatori si allontanano ed escono di scena)

(attraversando il palco, la ragazza-pasticca, vestita alla blues brothers, legge alcuni fogli parlando con circospezione al cellulare)
  • Si, si avvocato, le confermo che le recenti acquisizioni dimostrano che entro il secondo quarto saremmo in grado di raggiungere il target con due mesi solari di anticipo sul preventivato e di fornire i dati all’azionariato di maggioranza con sufficiente anticipo per presentare un’OPA entro la fine del mandato presidenziale … Si, certo, comprensiva del pacchetto delle Assicurazioni Generali Padane … Il dossier? No, non presenta un problema, è già stato acquisito …

(mentre la ragazza-pasticca si allontana  le luci si spengono lentamente, in sincrono con il termine della musica)

(sipario)

Leggi tutto...

12 febbraio 2006

Perifrasi - edizione lulu

Ho voluto mettere mano anche a questa raccolta di poesie del 1988.
Una nuova veste "digitale" per vecchi pensieri "analogici" ma spesso anche "a-logici". Come per la precedente raccolta, il formato elettronico è disponibile gratuitamente qui.

Leggi tutto...

10 febbraio 2006

Il Faro ed altre poesie - edizione lulu

Il testo completo del libro è sempre disponibile in questo blog in formato html.
Ho appena finito di impaginare l'edizione lulu de "Il Faro e altre poesie".
Il volume può essere scaricato gratuitamente da qui. Per chi ne volesse una copia in formato paperback (6.0" x 9.0"), è possibile acquistarla a poco più del costo dei materiali.
Piccole soddisfazioni offerte dalla tecnologia ...

Leggi tutto...

05 febbraio 2006

De Differentia


PREFAZIONE ALL'EDIZIONE FILOLOGICA ELETTRONICA

Il 3 Febbraio A.D. 2006 ricevo finalmente, dall'esimio Prof. Sebastiano Nucifora il tanto atteso materiale riguardante il "Trattato delle Differenze".
Riporto qui la missiva con la quale veniva accompagnata la spedizione:

Caro Carlo, dopo una lunga ed affannosa ricerca ti invio quanto sono riuscito a recuperare del glorioso tentativo di redigere il manuale delle differenze. Credo che possa essere un buon punto di partenza, anche se certo non chiarissimo, per tentare di dare visibilità a questo nobile edificio. Visto la confusione che impera in relazione al "senso delle parole", forse le differenze possono proporsi come una sorta di ancora di salvezza, di porto sicuro, per chi crede fermamente che ancora oggi le parole...insomma...parlano. Ti lascio ovviamente con una differenza:
Che differenza c'è tra Nakata, Pecchia (che giocano male) e 'na catapecchia?
un abbraccio a tutti, a presto
Sebi
Fu con estrema eccitazione che mi accinsi a verificare lo stato di conservazione, la leggibilità dei manoscritti e delle prime bozze di stampa. Mi resi subito conto che molte parti dell'opera erano andate perse e che intere sezioni erano addirittura rimaste incompiute.
Ma il fuoco della filologia mi ha spinto ad andare comunque avanti, a ricostruire, ove possibile, le parti necessarie ad una più agevole comprensione e a riorganizzare la struttura del testo in un corpus coerente.
Spero di aver fatto opera gradita a quanti, come chi scrive, hanno lungamente atteso di poter godere del conforto che una lettura di tale portata è in grado di elargire.
Le parti tra parentesi quadre [ ] indicano il testo inserito dal redattore a completamento di parti mancanti o illegibili.


Il Redattore


INTRODUZIONE ALL'OPERA

Con il proposito di compendiare per iscritto una materia fino ad oggi considerata di solo dominio della lingua parlata, questo manuale è diretto agli entusiasti ed ai curiosi di questa nuova disciplina verbale che intendono avvicinarsi, al meglio delle loro capacità, utilizzando le più avanzate teorie fino ad oggi formulate in materia.
Preziosa guida all'universo vasto ed affascinante delle Differenze, indispensabile alla corretta interpretazione e fruizione delle medesime, è attualmente l'unico testo di riferimento in materia.

CENNI STORICI

All'inizio del 1987 si formava a Gubbio(PG) il gruppo di studi S. Spirito, con il nobile proposito di risolvere le annose questioni linguistiche inerenti ai modi di dire più in voga nell'alta valle del Chiascio e nella Maremma.
Fu quasi per caso che uno dei più illustri componenti del gruppo, l'esimio professor Mauro Moschitti, pronunziò, a seguito di un acceso dibattito, la seguente espressione:
"Ma insomma, che differenza c'è tra Gino Paoli e Paolo Conte?"
In quello storico momento i presenti si resero immediatamente conto di trovarsi di fronte ad un avvenimento che avrebbe rivoluzionato ogni loro precedente esperienza in materia.
Si trattava della prima enunciazione, seppure in forma elementare, di quella operazione linguistica che avrebbe successivamente preso il nome di "DIFFERENZA".

NOZIONI PROPEDEUTICHE ALLA COMPRENSIONE
DELLA DEFINIZIONE DI DIFFERENZA

a) Figure Fisiche

Sono attori della differenza le figure fisiche del NARRATORE e del NARRATARIO. NARRATORE è colui che enuncia la D. e che, in pratica mette in moto il complesso meccanismo dell'operazione. NARRATARIO è colui che ascolta la D. enunciata dal NARRATORE.
Tutte le persone fisiche senza distinzione di sesso, di età, razza o religione possono essere considerati potenziali NARRATORI o NARRATARI di D.; essi di fatto devono però possedere, durante tutto l'arco di tempo in cui l'operazione D. si svolge, determnati requisiti logico-associativi che andremo meglio a definire quando parleremo dei "Momenti della Differenza".1
Se è immediatamente evidente come in assenza del NARRATORE la D. non possa venire espressa , non lo è altrettanto il fatto di come, in assenza del NARRATARIO la D. non possa ancora definirsi tale. E' infatti la verifica con quest'ultimo che ne sancisce l'esistenza ed il "Grado di Purezza" 2.

b) Individualità del NARRATORE e del NARRATARIO

Nonostante si siano verificati rari casi in cui l'enunciazione di una D. sia stata frutto di una collaborazione inconscia ed involontaria di più di un soggetto (questione detta del Flic & Flock) si può ritenere, con buona approssimazione, che la figura del NARRATORE sia unica.
L'esperienza mostra come, nella stragrande maggioranza dei casi, la D. nasce e prende forma nella mente di un solo soggetto, pur non escludendo che nella realtà possano verificarsi (e si sono verificati) casi in cui, determinati fattori psico-associativi nonché ambientali abbiano determinato la formulazione contemporanea (quantomeno a livello di pensiero), della medesima D. da parte di due soggetti distinti.

[testo mancante]

. . . si parla di platea di NARRATARI.

La presenza di più narratari rende certamente più elaborate le relazioni psico-associative generali che dovrebbero tendera alla univocità del rapporto enunciazione-ricezione, ma se consideriamo i NARRATARI presenti tutti in possesso delle medesime caratteristiche, possiamo affermare che non esiste contraddittorietà.

Il dire che è uguale parlare di

[enunciazione incompiuta]

[ DOMINIO TEMPORALE ]

Dominio Temporale del Narratore

Prima di procedere oltre è necessario al fine di una corretta interpretazione, spiegare alcuni termini fondamentali che ricorreranno spesso in questa trattazione:

Momenti del NARRATORE

M.C.O. Momento della Concezione Originaria
M.V.I Momento della Verifica Interna
M.E.F Momento della Enunciazione Finale

M.S.O Momento del Silenzio O[ral]
M.S.V Momento della Spiegazione Volontaria

Momenti del NARRATARIO

M.R.P Momento della Ricezione Primaria
M.A.V Momento dell' Assimilazione e Verifica
M.R.F Momento della Reazione Finale

Il M.C.O. è un momento di stretta pertinenza del NARRATORE: esso indica l'istante temporale infinitesimo in cui il rapporto si esplicita per la prima volta nella sua mente. E' un momento di grande importanza e affinchè sia valido deve possedere la caratteristica della spontaneità, ovvero non [deve] essere il frutto di macchinose elaborazioni volontarie in cui si cerca a tutti i costi di mettere in relazione i due termini.
Per comodità consideriamo successivo M.V.I. (Momento di Verifica Interna) in cui il NARRATORE verifica che, quanto precedentemente concepito nel M.C.O. possegga le caratteristiche di univocità della soluzione e che la stessa sia portatrice di alte informazioni.

[ ENUNCIAZIONI ]

Dicesi dominio temporale di una D. l'arco di tempo compreso tra il momento della sua concezione originaria (M.C.O) e il momento della sua enunciazione finale (M.E.F).

Dati 2 o più termini noti di senso compiuto presi arbitrariamente, di cui [si] conosca anche il dominio semantico e fonetico, e postulato che il loro rapporto univoco e non banale sia altresì spontaneo ed immediato al momento della sua concezione originaria, chiamasi DIFFERENZA l'enunciazione di tale rapporto nella forma canonica: "Che differenza c'è tra X ed Y ?"

[La seguente formula definisce il dominio della differenza:]



se il M.R.F da come risultato [uno dei seguenti esiti ammessi]:

a) Ridere
b) Ostentare Indifferenza
c) Dire "S'è bell'e detta"
d) Dire "Masta Zitto"

Se si chiedono 5 secondi 3 il dominio T0 può o non può essere prolungato, a discrezione del NARRATORE e cioè ci può essere una "Spiegazione Volontaria" della D. (e allora si parlerà di "Differenza Impura") o un prolungato silenzio (e allor asi parlerà di "Differenza Non Recepita"). E' chiaro che si parlerà di "Differenza Pura" se e solo se il dominio T0 finisce con il M.R.F.

Gli altri integrali sono, come è facile dimostrare:


USO DEL TERMINE "SOLUZIONE DELLA DIFFERENZA"

Il termine "Soluzione della Differenza" è stato utilizzato unicamente al fine di una maggiore comprensione per il neofita. Infatti è erroneo parlare di soluzione della D. in termini matematici o logici, in quanto l'enunciazione della D. p di per sé la sua soluzione.
Da questo deriva il comportamento apparentemente passivo, infatti le reazioni concesse all'ascoltatore (e le uniche accettabili) sono le seguenti:

a) Ridere
b) Ostentare Indifferenza
c) Dire "S'è bell'e detta"
d) Dire "Masta Zitto"

Si evince da ciò che è una grave mancanza noi confronto del NARRATORE e dell'intero edificio della D. presumere di poter dare una risposta alla domanda che viene formulata nell'enunciazione.

[ DEL GRADO DELLE DIFFERENZE ]

4Quando è possibile enunciare differenze di grado > 1 ?

APPENDICE

Quanto raccolto dal redattore in questa appendice non appartiene al corpus originario del testo, ma altresì riassume alcune tra le più diffuse nozioni, tramandate unicamente dalla tradizione orale, relative all'arte della Differenza.

Ecco alcune differenze famose:


Che differenza c'è tra Gino Paoli e Paolo Conte ?
Che differenza c'è tra Cravero e la cravatta ?
Che differenza c'è tra Pixie e Dixie e Ipse Dixit ?
Che differenza c'è tra Papa Wojtyla e Roman Polansky ?
Che differenza c'è tra Nakata, Pecchia (che giocano male) e 'na catapecchia ?


Lunghe ricerche sono state svolte per identificare la natura del rapporto tra il professor Paolo Bartalini e la D. Oltre all'appartenenza al gruppo S. Spirito, altri elementi di carattere squisitamente ludico, sono stati presi in considerazione; ad esempio, il frontespizio dell'edizione eugubina dell'opera riporta la seguente captazio benevolentiae:

Ad Majore Laetitiam Pauli Bartalinis

Questo confermerebbe quanto riferito dalla tradizione orale, secondo la quale il motore primo della D. fu il professor Paolo Bartalini; la sua prima enunciazione sarebbe infatti stata prodotta unicamente allo scopo di far ridere il professore.


*   *   *

1 Nella sezione initolata "Dominio Temporale" n.d.r.
2 Nella sezione intitolata "Del Grado delle Differenze" n.d.r.
3 Il NARRATARIO ha facoltà, tramite tale stratagemma, di chiedere una proroga del tempo concesso per la fruizione. Esistono tuttavia, prove che in alcuni casi l'opzione "5 secondi" possa essere per così dire "ampliata" con periodi di tempo maggiori ad es: "5 minuti", "1/2 ora" etc. Ovviamente tempi molto lunghi altro non sono se non una forma esplicita di "Differenza Non Recepita". n.d.r.
4 Gli elementi che concorrono a determinare il grado di una D. vengono generalmente indicati con il termine improprio "fattori". Calcolando l'occorrenza e la qualità (connotati) di tali elementi è possibile definire il grado di appartenenza delle differenze. La tabella qui riprodotta, che è stata rinvenuta priva di commenti tra le pagine del corpus originario è probabilmente lo strumento utilizzato per esplicitare il meccanismo di calcolo del grado della D. Lo schema sembra invece essere una versione dinamica del concetto espresso dalla tabella. n.d.r.

Leggi tutto...
Anonymous Anonimo ha scritto...

egregio,
il primo passo è fatto!!! Sono sicuro che pioveranno differenze a valanga (a proposito che differenza c'è tra Rolando Thoeni e Rolando Nutini...).
Il ricordo dell'Oulipò svanirà nel nulla...dilettanti al confronto ...(ancora a proposito,... che differenza c'è tra Italo Calvino e Cesare Ragazzi?)
a presto...

08 febbraio, 2006 19:27  
Anonymous Anonimo ha scritto...

Chebello...che bello... ch'èbello...
a proposito... una differenza di cronaca scappa anche a me... "che differenza c'è tra l'Influenza Aviaria e Carla Fracci...?"
a presto...

Mauro

ps- mhhmmm...forse se bella e detta, ma se così non fosse c'è da preoccuparsi:
"che differenza c'è tra Carla Fracci e Carlo Freccero..?" ... è talmente elementare che mi scappa un sorriso in deja vù!

14 febbraio, 2006 17:45  
Anonymous Anonimo ha scritto...

...e tra Carlo Freccero (che parla troppo) e Guglielmo Tell?

16 febbraio, 2006 15:47  

Posta un commento

<< Indietro

02 febbraio 2006

Foglie dello stesso albero

Non ho saputo resistere alla tentazione di riportare in queste pagine la breve citazione che segue:
We are the birds of the same nest,
We may wear different skins,
We may speak different languages,
We may believe in different religions,
We may belong to different cultures,
Yet we share the same home - OUR EARTH.

Born on the same planet
Covered by the same skies
Gazing at the same stars
Breathing the same air
We must learn to happily progress together
Or miserably perish together,
For man can live individually,
But can survive only collectively
Il testo è estratto dagli Atharva Veda.
Anche se non sono stati scritti ieri, sembrano essere di un'attualità sconcertante.

Leggi tutto...